Accoglienza e inclusione, Liberi Nantes al Festival dei Giovani di Gaeta
Accoglienza e inclusione tramite i valori dello sport. È la missione che – da sempre – guida Liberi Nantes ed è l’argomento che – in buona compagnia del pugile Leonard Bundu, dell’ex-atleta e allenatrice di ginnastica artistica Federica Marzoli e della società polisportiva Atletico Diritti – abbiamo affrontato giovedì 6 aprile al Festival di Gaeta.
L’occasione era quella giusta: in platea, per l’incontro organizzato dall’associazione Vivere da Sportivi, tante potenziali nuove leve del nostro esercito di sognatori, interessate ad ascoltare, esprimere e confrontare le idee. La rassegna di Gaeta, del resto, è un “festival dell’ascolto”, nato proprio per incentivare i ragazzi ad esprimere la propria opinione, dando loro ascolto con attenzione e disponibilità al confronto.
A dar voce alla missione di Liberi Nantes è stato il nostro presidente Alberto Urbinati, che ha preso la parola dopo il campione di boxe Leonard Bundu, nato in Sierra Leone da papà sierraleonese e mamma fiorentina. Bundu, soprannominato il ‘Fiorentino d’Africa’, ha conquistato la platea di giovani in poche parole: “Quando io penso a casa, penso a Firenze. Quando mi gridano ‘Vattene a casa’, beh, io rispondo che casa mia è Firenze”.
Raccolto il suo testimone, abbiamo provato a riassumere 10 anni di Liberi Nantes, 10 anni -cioè – di accoglienza e inclusione tramite i valori dello sport. Innanzitutto, una precisione. Sottile, ma rilevante. “Parliamo di inclusione, non di integrazione. Quest’ultima dà l’idea di un adattamento, mentre l’inclusione è un concetto che abbraccia le differenze. Diversi, ma uniti nella stessa maglia”.
Il racconto si è spostato, poi, sui primissimi passi di Liberi Nantes: “Quando, i primi tempi, andammo nei centri d’accoglienza per proporre l’idea di una squadra interamente composta da richiedenti asilo e rifugiati, ci hanno presi per pazzi. I ragazzi, invece, hanno capito molto più rapidamente la nostra idea”.
Dal 2007 al 2017, dieci anni dopo. “Quest’anno vinciamo per la seconda volta consecutiva la Coppa Disciplina. Per il secondo anno consecutivo, cioè, siamo la squadra più corretta della Terza Categoria romana. Noi di Liberi Nantes lavoriamo sui valori dello sport: bisogna accettare le regole e la sconfitta, misurarsi con l’avversario e far emergere i propri valori. La televisione ci dà dei modelli di pensiero molto negativi sui migranti – nella maggior parte dei casi falsi – ed è difficile proporre un modello positivo. Chi entra dentro Liberi Nantes, però, capisce subito che ci sono delle regole. A prescindere dall’etnia di provenienza e dalla religione, da noi ci si rispetta tutti. E lo sport è il veicolo più semplice per far passare certi valori”.
Inclusione per i migranti, certo, ma non solo. “Noi stiamo provando a portare avanti la nostra missione a Pietralata, su un campo storico che stava cadendo a pezzi, ristrutturato con l’aiuto dei ragazzi provenienti dai centri di accoglienza per ridare bellezza al quartiere mettendolo a disposizione anche dei suoi abitanti. Quello spazio di gioco restituito al quartiere – il campo XXV Aprile – diventa inclusivo, così, non solo per i migranti, ma anche per il quartiere stesso”. Nulla da aggiungere. Venite a trovarci anche voi in via Marica 80!
Stefano D’Alessio