Liberi Nantes: la squadra dei rifugiati vince e cerca sponsor

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redattore-socialeRIFUGIATI 15.4018/05/2009

Si chiama Liberi Nantes ed è la squadra composta da giovani rifugiati politici che ha partecipato (con il patrocinio dell’Unhcr) al girone A della Terza Categoria romana. Ma lo ha fatto ”fuori classifica” per problemi burocratici

ROMA – “Rari nantes in gurgite vasto”: in un verso dell’Eneide, la fotografia sociale e l’esperienza sportiva e umana dei Liberi Nantes Football Club. Squadra di calcio formata da “migranti forzati” – come si legge sul www.liberinantes.org – ovvero da rifugiati e richiedenti asilo, la Liberi Nantes F.C. nasce nel 2007 grazie all’iniziativa di un gruppo di amici, oggi tutti volontari dell’associazione, per dare asilo attraverso lo sport.

“Cambiando l’aggettivo originario ‘rari’ con ‘liberi’, si è data – sostengono gli organizzatori dell’iniziativa – maggior forza all’idea che il garantire la libertà di approdo e di un nuovo inizio a chi fugge, deve essere un principio universale, capace di attraversare i secoli e di dare inizio sempre a nuove storie”. Come i pochi esuli troiani che fuggirono dalla loro città in fiamme e sopravvissero al naufragio – rari nantes – immersi nel grande mare – in gurgite vasto-, anche i Liberi Nantes hanno raggiunto la riva. Quella riva oggi si chiama Pietralata; nello specifico, “campo Fulvio Bernardini” in Via dell’Acqua Marcia a Roma. E’ qui infatti che, tornando a giocare, tanti giovani rifugiati politici sono tornati anche un po’ a vivere.

“Nei suoi primi due anni di vita – ci spiega Gianluca Di Girolami, promotore dell’iniziativa sin dal 2007 – Liberi Nantes ha visto transitare oltre 200 ragazzi provenienti principalmente dal continente africano e dall’Afghanistan. La maggior parte di loro è ospite dei centri di accoglienza presenti nel territorio del Comune di Roma e provincia. Il loro sogno principale è poter avere uno stipendio dignitoso e la possibilità di potersi pagare una casa, magari dividendo le spese con altri ragazzi”.

Vincitori per 3 a 2 nell’ultima partita di Campionato (girone A), contro gli amici del Bravetta sabato 9 maggio, i Liberi Nantes chiudono una stagione fatta soprattutto di sfide culturali in un campionato ufficiale della Figc – Federazione italiana giuoco calcio, quello della Terza Categoria. Un’avventura lunga sette mesi, partita da lontano e resa unica e preziosa dal patrocinio dell’Unhcr, l’Alto commissariato Onu per i rifugiati. L’avventura si chiude per riprendere con slancio il prossimo anno e per supportare al meglio un’altra grande iniziativa: la I giornata per il Diritto allo Sport di migranti, rifugiati e richiedenti Asilo. Un diritto sancito dal 1978 dall’Unesco: uno strumento – sostiene l’associazione calcistica – per chi crede che incontro, dialogo e futuro condiviso siano concetti simili, un segnale anche per chi oggi non ha ben chiara la differenza tra legalità e demagogia.

Entusiasmo, fratellanza, solidarietà, ma anche necessità di un aiuto più concreto da parte delle Istituzioni e della città. “Abbiamo cominciato rivolgendoci alla Fondazione Don Luigi Di Liegro, che ci ha sostenuto sin dai primi passi e che ci ha indirizzato – ha spiegato Di Girolami – verso i grandi enti che si occupano di migranti forzati: dalla Fondazione Astalli alla Cir, fino alla Caritas”. “Da allora, dal novembre 2007, siamo entrati in contatto con quasi tutti i centri di accoglienza di Roma. A livello istituzionale ci sono stati vicino Provincia di Roma e Regione Lazio e contiamo di avviare al più presto un rapporto di collaborazione anche con il Comune di Roma. Come Liberi Nantes andiamo molto fieri del patrocinio concessoci dall’Unhcr, il cui logo campeggia sulle nostre maglie da gioco. Si tratta di un riconoscimento importante, che in questi giorni sta assumendo una valenza ancora più forte”.

RIFUGIATI 15.5118/05/2009

Liberi Nantes, non solo calcio. ”Lo sport come avvio di un processo identitario”

Solidarietà, sport e tanto entusiasmo. Nelle parole di Gianluca Di Girolami gli sforzi, la determinazione e i progetti di una squadra che non è solo calcio: ”Stiamo cercando aiuti concreti”

ROMA – Undici giocatori provenienti principalmente dal continente africano e dall’Afghanistan. Sul campo, la Guinea, il Togo, la Nigeria, la Repubblica Centrafricana, l’Eritrea, la Somalia, il Ciad, il Sudan, ma anche il Burkina Faso, la Costa d’Avorio, l’Irak, la Siria, il Marocco e la Mauretania. Sono i ragazzi del Liberi Nantes Football Club, la squadra romana di calcio che quest’anno ha preso parte al girone A del campionate di Terza categoria. Difficoltà organizzative e burocratiche, ma anche solidarietà, accoglienza ed entusiasmo. Ne abbiamo parlato con Gianluca Di Girolami, promotore ed organizzatore.

Da dove vengono questi giovani e dove sono tutti quelli che dal 2007 facevano parte della squadra?

La maggior parte dei ragazzi che oggi giocano con noi è ospite dei centri di accoglienza presenti nel territorio del comune di Roma e della provincia. Tanti se ne sono andati: la maggior parte di loro si sposta verso il nord del paese o verso altri paesi europei, per cercare lavoro e per ricominciare una vita normale. Il loro sogno principale è quello di poter avere uno stipendio dignitoso e la possibilità di potersi pagare una casa, magari dividendo le spese con altri ragazzi.

Quali le collaborazioni che vi hanno sostenuto e quali quelle mancate?

Abbiamo cominciato rivolgendoci alla Fondazione don Luigi Di Liegro, che ci ha sostenuto sin dai primi passi e che ci ha indirizzato verso i grandi enti che si occupano di migranti forzati: Fondazione Astalli, Cir e l’area Migranti della Caritas. A livello istituzionale ci sono stati vicino Provincia di Roma e Regione Lazio e contiamo di avviare al più presto un rapporto di collaborazione anche con il comune di Roma. Come Liberi Nantes andiamo molto fieri del patrocinio concessoci dall’Unhcr, il cui logo campeggia sulle nostre maglie da gioco. Si tratta di un riconoscimento importante, che in questi giorni sta assumendo una valenza ancora più forte.

Una squadra di rifugiati ha problemi anche di ordine burocratico. Quali problemi e quali vittorie vi hanno fatto pensare che, nonostante tutto, si poteva fare?

I ragazzi del Liberi Nantes F.C. nella maggior parte dei casi non hanno nulla. Sono arrivati da poco nel nostro Paese, parlano un italiano stentato, non hanno affetti a cui appoggiarsi e nell’attesa che gli venga riconosciuta la protezione umanitaria, vivono in una terra di nessuno fatta di ansie, paure e solitudine. Il Liberi Nantes F.C. ha rappresentato per molti di loro la possibilità di avviare un percorso di dialogo e di conoscenza reciproca, che di fatto è anche l’inizio di un vero e proprio processo identitario che vende nell’idea di appartenenza alla squadra, un modo per sentirsi parte di qualcosa, non più soli. Il Liberi Nantes F.C., per ragioni legate alla burocrazia calcistica, ha partecipato al Girone A della Terza Categoria romana, ma lo ha fatto ‘fuori classifica’. Ciononostante i ragazzi hanno sempre onorato l’impegno e ogni partita è stata giocata come se fosse la più importante, perché per una squadra come la nostra la posta in palio non sono i tre punti, ma il diritto ad esserci e a partecipare.

E il futuro? Cosa c’è in cantiere?

La partecipazione al campionato di Terza Categoria è stata un’esperienza bellissima, ma anche dura e difficile. Ha assorbito tantissime energie al gruppo dei volontari che gestisce l’associazione, lasciandoci molte volte con il fiato corto. Il Liberi Nantes F.C. se vorrà continuare anche il prossimo anno la propria esperienza nel calcio ufficiale, quello della Lega Nazionale Dilettanti e della Figc, dovrà trovare aiuti più concreti, che le consentano di pianificare l’attività di una stagione lunga e complessa come quella di un Campionato di Terza Categoria. Stiamo cercando sponsor e aiuti concreti, perché una squadra come la nostra, che deve rimborsare i titoli di viaggio, altrimenti i ragazzi non possono venire, dove i panni vengono lavati a turno dai soci dell’Associazione, perché i ragazzi non possono lavarseli da soli, insomma dove tutto va fornito gratuitamente, ha costi tripli rispetto ad un normale team dilettantistico. Speriamo di trovare presto qualcuno che abbia voglia di aiutarci a continuare.

Allora c’è solo il calcio?

No, Liberi Nantes non vuole essere solo calcio e né vuole rivolgersi solo ad uomini: è per questo che tra i progetti su cui stiamo lavorando, c’è quello di avviare una sezione femminile. Stiamo decidendo quale disciplina possa meglio adattarsi alle ragazze e alle donne dei centri di accoglienza, perché anche per loro muoversi ed organizzare le proprie vite non è facile. Siamo certi però che entro il 2009 Liberi Nantes sarà anche per l’altra metà del cielo.

di Erica Battaglia

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