Donne e sport: le voci di chi si è messo in gioco

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Sono passate diverse settimane dall’inizio del progetto europeo S(up)port Refugees Integration, progetto europeo finanziato nel quadro di una pilot action della DG EAC della Commissione Europea, grazie al quale Liberi Nantes permette a donne dei centri di accoglienza di Roma e provincia di praticare gratuitamente attività sportive. L’entusiasmo con cui le ragazze si sono dedicate alle diverse discipline dimostra l’importanza di questo progetto e il valore che lo sport e l’attività di gruppo hanno nella vita. “Sento il mio corpo in movimento, mi sento libera, mi sento bene” dice Monica e aggiunge, “è la prima volta che gioco a rugby e mi piace, voglio continuare. È bello passare la palla al tuo compagno”.

Il touch rugby è uno degli sport che le donne del progetto hanno la possibilità di praticare presso il Campo XXV aprile di Pietralata. L’allenatore Paolo Gentilini vede questo primo mese di attività come un successo. “Vedo sorrisi alla fine degli allenamenti, anche se sono stanche. Per me è una prima vittoria. All’inizio ci mettevano quindici minuti a cambiarsi e ora solo cinque, quindi vuol dire che hanno tanta voglia di giocare. Sono diventate più intraprendenti, hanno acquisito sicurezza”.

L’allenamento inizia con un riscaldamento che prevede anche elementi di atletica, coordinazione braccia-gambe e salti. Successivamente vengono introdotti elementi tecnici come i passaggi che verranno messi in pratica poi dopo il riscaldamento. “Per le ragazze è importantissimo il rugby, perché stanno conoscendo una cosa nuova. Se riusciamo a trasmettere il concetto che tutte le cose nuove sono un arricchimento e non un ostacolo, allora abbiamo ottenuto tanto. Il rugby è uno sport di collaborazione, si avanza insieme per raggiungere un obiettivo, una meta, che trasportata nella vita di tutti i giorni acquisisce un grande significato” afferma Gentilini.

“Mi piace molto venire qui. Mi alleno sia a calcio che a rugby e se potessi verrei tutti i giorni” mi racconta Lara.

(Tutti i nomi delle ragazze sono nomi di fantasia)

Valerio Maggio

About one month has passed since the beginning of the European project S(up)port Refugees Integration thanks to which Liberi Nantes enables women from the reception centres of Rome and the province to practise sporting activities free of charge. The enthusiasm with which the women
have dedicated themselves to the various disciplines shows the importance of this project and the
value that sport, and group activities, have in life.
“I feel my body in movement, I feel free, I feel good”, says Monica, who adds: “This is the first time I have played rugby and I like it, I want to continue. It’s a great feeling to pass the ball to your team-mate”.


Touch rugby is one of the sports that the women involved in the project can practise at the April 25 th Stadium in Pietralata. The coach, Paolo Gentilini, views the first month’s activity as a success. “I see smiles at the end of the training sessions, even though they are tired. For me that’s the first victory. At the beginning they used to take 15 minutes to get changed, now it’s only five, which means that have a lot of desire to play. They have become more enterprising, they have built up self-confidence”.
The training session begins with a warm-up that includes elements from athletics, arm-leg coordination, and jumps. Afterwards technical elements, like passing, are introduced which are then put into practice after the warm-up.
“For the girls, rugby is very important because they are learning something new. If we can communicate the idea that new things enrich us and are not just obstacles we will have achieved a lot. Rugby is a sport of collaboration, you advance together to reach an objective, a goal [or try],
which when carried over into everyday life takes on great significance”, Gentilini says. “I love coming here. I train both at football and rugby and if I could, I would come every day”, Lara tells me.
(All of the names used are fictitious.)

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