“Liberi Nantes ci regala speranza”

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ROMA Arrivano alla spicciolata. Zaino in spalla, ognuno con la propria storia, le proprie paure, le proprie sofferenze. L’appuntamento è per le 19 in punto. Si fa la conta dei presenti. Qualche minuto di palleggi a centrocampo, prima che il fischio dell’allenatore richiami tutti all’ordine: inizia l’allenamento del Liberi Nantes F.C., la prima squadra in Italia composta da soli rifugiati politici.

LONTANI DA CASA Migranti forzati, per la precisione. La maggioranza di loro proviene dall’Africa: Nigeria, Eritrea, Togo, Guinea, Repubblica Centrafricana, ma anche dall’ Afghanistan. Vivono nei centri di accoglienza della Capitale: tutti muniti di regolare permesso di soggiorno, cercano un lavoro, una nuova vita. Per due ore inseguono un pallone, sudano, ma non dimenticano. Moussa, togolese con un passato nella massima serie locale, ha lasciato la moglie e i suoi due figli, otto e undici anni: “Non li vedo da un anno, non posso tornare nel mio paese. Lavoravo come tecnico informatico, sto studiando l’italiano per trovare un’occupazione nello stesso campo”. Etnie diverse, legate da una passione: “All’inizio eravamo divisi in piccoli gruppi – confessa Dawit, eritreo – avere lo stesso colore di maglia ci ha fatto capire il valore di crearne uno solo”.

L’IDEA Il progetto Liberi Nantes è nato nel novembre scorso. Un presidente, Gianluca Di Girolami, Giulio Gualerzi a dirigere gli allenamenti, la UISP e la Fondazione Di Liegro: “Senza di loro non avremmo mai cominciato”. Entusiasmo, tanti buoni propositi: “Ma l’inverno è stato durissimo – ammette Di Girolami – ci allenavamo anche in cinque e la tentazione di mollare tutto è stata forte”. Maglietta e pantaloncini, nessuna tuta per proteggersi dal freddo: “Per allenarsi alle otto di sera con certe temperature, di passione bisogna averne davvero tanta”. I mesi trascorrono, il passaparola tra i centri di accoglienza porta al “Fulvio Bernardini” (Pietralata) sempre più ragazzi: in un anno qui sono passati in 120.

AUTOFINANZIAMENTO Di Girolami arriva al campo con il borsone delle maglie, lavate in casa propria. Il magazzino della Liberi Nantes non sono nient’altro che due armadietti; all’acquisto dei palloni ci ha pensato il tecnico, Fabrizio Proietti, che di professione fa il pasticciere. Quest’anno c’è anche un preparatore dei portieri, Dario Carrera. L’organico della squadra, invece, è sempre in divenire: “I ragazzi non possono stabilirsi nei centri per un lungo periodo di tempo alcuni trovano lavoro e non possono venire a giocare”. Non hanno mezzi di trasporto, è la società a fornire, a proprie spese, due biglietti dell’autobus per ogni allenamento a ciascuno di loro.

TERZA CATEGORIA Qualche amichevole per assaporare lo spirito competitivo poi, in estate, la partecipazione ai Mondiali Antirazzisti, “un’esperienza indimenticabile”. Poi nuove partite: il Liberi Nantes F.C. prenderà parte al prossimo campionato di terza categoria, al via sabato 18. Il Comitato Regionale ha concesso una deroga sull’utilizzo degli extracomunitari, i successi del Liberi Nantes F.C. non varranno per la classifica finale. Ma la sfida è già vinta.

Articolo di Marco Calabresi

Foto Roberto Tedeschi

Pubblicato ne La Gazzetta dello Sport – 11 ottobre 2008

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