PIETRALATA FA RETE

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[:it]In una recente conferenza al MAXXI Ascanio Celestini ha definito la periferia come “quel luogo in cui la sfera pubblica non esiste più, in cui si vive esclusivamente nella sfera privata e il cittadino non è più cittadino ma, se ha almeno la fortuna di vivere dignitosamente, diventa al massimo cliente”.

È proprio questa la più grande lacuna di un quartiere come Pietralata, nemmeno così distante dal centro da essere propriamente considerato periferico, eppure rimasto per anni totalmente sprovvisto di una vita collettiva, di un’agorà almeno simbolica, se non addirittura fisica, in cui dare slancio all’iniziativa di chi – associazioni, comitati o cittadini attivi  – abbia voglia di prendersi cura del proprio quartiere promuovendone i valori che storicamente lo hanno sempre caratterizzato: rispetto, solidarietà, sicurezza, inclusione, dignità e cultura.

Pietralata, però, è anche un quartiere popolare e multietnico in cui le buone pratiche di civiltà sono assolutamente trasversali e riguardano tutti, a prescindere dal colore della pelle e dalla “marginalità sociale” ed è per questa ragione che nel suo tessuto non hanno smesso di pulsare, in questi anni di vuoto, una vastità di piccole e grandi iniziative, dapprima disgiunte, che pur non relazionandosi tra loro lavoravano già nella medesima direzione.

Quel che mancava, tuttavia, era una rete di cablaggio che potenziasse le energie dei singoli sforzi e permettesse loro di uscire dall’isolamento per confluire in un progetto più ampio e più capillare.

Il bisogno di raccordare le varie esperienza del quartiere si era espressa già nel 2015 con il Pietralata Social Street, finanziato dal IV Municipio nell’ambito del Progetto Well-Fare. Si tratta di un progetto di mediazione sociale nel quale Liberi Nantes trova la sua naturale collocazione e si fa promotore, insieme ad altre associazioni, dell’urgenza di lavorare in rete. Di lì a poco sarà la Croce Rossa Italiana a chiamare a raccolta le maggiori forze della mediazione culturale della zona, come Liberi Nantes, per costruire un programma di attività che accompagni il quartiere nell’accettazione e nella convivenza con il neocostituito Centro Accoglienza Straordinaria di Pietralata. Da questa esperienza si consolida Le RAPE (Rete Associazioni Periferia Est), che instaura con il quartiere un dialogo positivo e costruttivo.

Ma occorre aspettare il 2018, e precisamente il 23 0ttobre, perché Pietralata trovi una risposta strutturata e continuativa a questa necessità di raccordo, con la nascita di PIETRALATA INSIEME, una Rete Civica Aperta che si propone di aggregare, coordinare e divulgare la miriade di progetti autogestiti dando loro anche un sostegno organizzativo per renderli concreti. Grazie ad essa moltissime realtà attive nel quartiere iniziano ad incontrarsi e cooperare, coinvolgendo un gran numero di abitanti e creando relazioni proficue per contrastare il degrado, non solo fisico, ma soprattutto culturale della periferia, cioè opponendosi con la pratica a razzismo, discriminazione, bullismo, violenza, intolleranza e odio delle diversità.

Alla base c’è l’idea di creare una “cultura che cura” rimettendo al centro la comunità e la sua umanità in un dialogo costante con il territorio, senza un diretto riflesso partitico ma promuovendo valori politici in senso lato, legati all’antirazzismo e alla solidarietà. Al suo interno confluiscono associazioni eterogenee che raccontano l’anima poliedrica del quartiere: realtà fortemente strutturate e radicate – come Liberi Nantes o l’ARCI – e altre di recente formazione, associazioni di volontariato e parrocchiali, comitati di quartiere, associazioni di promozione artistica e culturale, ma anche singoli cittadini attivi. La rete, in rapida espansione, coinvolge in maniera capillare sempre più abitanti tanto nell’organizzazione che nella fruizione di proposte culturali, sociali, didattiche, formative ed informative con ricadute di ampio respiro sulla vivibilità ed il miglioramento di Pietralata.

La sua presenza, a pochi mesi dalla fondazione, diventa un punto di riferimento per gli abitanti del quartiere, che coinvolge organizzando due primi eventi: uno a Natale, con la piantumazione e la decorazione di un abete in piazza, ed uno a Carnevale, con l’organizzazione di una parata in maschera, in corteo dietro una banda di strada itinerante.

La partecipazione corposa ed entusiasta delle persone – famiglie, bambini, giovani, meno giovani – dimostra che la direzione presa dalla rete è quella giusta e che risponde ad un bisogno di partecipazione che nasce dal basso.

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