Premio Nelson Mandela ai Liberi nantes

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Articolo di Federico Tulli (Terra)
L’EVENTO. Presentata ieri a Roma la 14esima edizione dei Mondiali Antirazzisti di calcio. Cinque giorni all’insegna dello sport, ma non solo, per promuovere uguali diritti per tutti e la fine di ogni discriminazione.

Un laboratorio contro il razzismo che negli anni, crescendo, si è trasformato in officina permanente dell’intercultura. Sono i Mondiali Antirazzisti, manifestazione dal sapore e dai colori multietnici che restituisce allo sport la sua vera identità. Quella di veicolo di messaggi positivi, di ponte tra l’attività fisica e l’arricchimento mentale capace di oltrepassare le barriere troppo spesso erette contro tutto ciò che è sinonimo di “diversità” (culturale, fisica, religiosa) sia dalla società civile – specie in Italia – sia dal calcio “che conta” per eccesso, diciamo così, di agonismo. È questa l’idea di fondo di Uisp, Istoreco, Fare e Progetto ultrà, organizzatori della 14esima edizione della kermesse che anche quest’anno si svolge a Casalecchio (Bo) dal 7 all’11 luglio.

Tutto ruota intorno al torneo calcistico non competitivo, in cui gli arbitri hanno il solo compito di intervenire per fischiare l’inizio e la fine degli incontri. Cinque giorni di festa, 204 squadre di cui 120 miste – composte cioè sia da ragazze che da ragazzi – in rappresentanza di 24 Paesi, migliaia di spettatori. E ancora, minitornei di basket, cricket, rugby e un centinaio di iniziative culturali fra mostre, dibattiti, proiezioni cinematografiche, concerti ed esibizioni organizzati anche dai partecipanti.

Quest’anno a fare da fil rouge a tutti gli eventi in programma c’è la coincidenza con lo svolgimento dei Mondiali in Sudafrica. Una coincidenza che non è solo sportiva, ha spiegato il responsabile del Mondiali Antirazzisti, Carlo Balestri, nel corso della conferenza stampa di presentazione che si è svolta ieri al Campo sportivo XXV Aprile, la “casa” dei Liberi Nantes l’Associazione sportiva dilettantistica composta interamente da rifugiati politici e richiedenti asilo detentrice della Coppa Mondiali 2009.

«Il Sudafrica – ha aggiunto Balestri – rappresenta da sempre il simbolo della lotta all’Apartheid. Un popolo che ha sofferto, combattuto e vinto, per ottenere il riconoscimento di una uguale dignità e del diritto di cittadinanza per tutti. Non è un caso se la giornata finale dei nostri mondiali si svolgerà nello stesso giorno di quella di Johannesburg. Tema centrale dell’edizione 2010 è infatti quello della promozione di uguali diritti per tutti e il libero accesso alla pratica sportiva, che come sempre verrà declinata nei diversi tornei, dibattiti concerti e mostre».

«La fine dell’Apartheid è stata una vittoria di tutta l’umanità e una importante tappa verso la definitiva sconfitta del razzismo», ha detto Malto Moltema, secondo segretario dell’Ambasciata del Sudafrica A Roma. «Ma – ha aggiunto – la lotta di liberazione, durante la quale ognuno di noi ha perso un parente, un amico, un familiare non avrebbe avuto successo senza l’appoggio, soprattutto morale, della comunità internazionale. Queste battaglie non si vincono da soli. Il risultato è che oggi abbiamo un articolo della nostra Costituzione che dice: il Sudafrica è di chi lo abita». «Discriminazione e razzismo cozzano contro i valori che ciascun esser eumano porta dentro di sé. Bisogna farli prevalere», ha osservato a sua volta Vincenzo Curatola, presidente del Centro documentazione antirazzista Benny Nato.

Durante la presentazione di ieri è stata trasmessa in diretta audio dal Museo dell’Apartheid di Johannesburg la consegna del Premio “Nelson Mandela – Sport e solidarietà” che ogni anno viene assegnato a personalità e organizzazioni che si sono contraddistinte per il sostegno ai valori dell’antirazzismo, dell’inclusione e della lotta alle discriminazioni. Il premio, istituito da Uisp in collaborazione con il Cda “Benny Nato”, è stato vinto per la sezione “giornalismo” da Gabriele Del Grande e Maria de Lourdes Jesus. Mentre per la sezione “sportivi” è stato assegnato alle squadre di calcio Liberi Nantes (Roma), Castel Todino (Terni) e Sheffield (Inghilterra), e al capitano dell’Inter, Javier Zanetti.

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