Tesseramento di richiedenti asilo e rifugiati e domicilio sportivo: una nuova proposta per uno sport inclusivo

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Il 5 febbraio del 2019, Liberi Nantes, UISP, UNHCR e ASGI presentano alla Lega Nazionale Dilettanti una proposta congiunta per semplificare le modalità di accesso al calcio dilettantistico per i cittadini extracomunitari richiedenti asilo nel nostro Paese.

Fino a quel momento le difficoltà burocratiche legate alla residenza anagrafica di rifugiati e richiedenti asilo determinavano l’impossibilità di tesserarsi ed accedere, quindi, al campionato dilettantistico con il conseguente mancato riconoscimento del successo e dell’impegno dei giocatori.

Inoltre, considerato che i richiedenti asilo, in base alle nuove disposizioni di legge, non possono più accedere alla residenza italiana e ottenere la relativa certificazione, viene chiesto di ritenere sufficiente, ai fini del tesseramento alla Lega Nazionale Dilettanti, il permesso di soggiorno o, in alternativa, il permesso di soggiorno accompagnato da un’autodichiarazione del proprio domicilio resa dallo stesso calciatore.

Tale interpretazione dell’articolo 40 quater delle NOIF (Norme Organizzative Interne della Federazione Italiana Gioco Calcio) consentirebbe di rimuovere le barriere di accesso al calcio dilettantistico che finora hanno pregiudicato la parità di trattamento dei cittadini extracomunitari, compromettendo la funzione di promozione dell’integrazione che lo sport può e deve garantire.

La proposta prevede, inoltre, il riconoscimento di un ruolo attivo delle società sportive nel percorso di inclusione attraverso l’introduzione del “domicilio sportivo” presso la società di appartenenza, domicilio inteso come centro di riferimento degli “interessi sportivi” dell’atleta.

La proposta di domicilio sportivo è  al vaglio degli organi decisionali della Figc-Federazione Italiana Gioco Calcio, l’azione congiunta ha, però, favorito una semplificazione del tesseramento dei calciatori che ha permesso ai Liberi Nantes, per la prima, la regolare iscrizione della squadra al campionato, attraverso la presentazione del permesso di soggiorno accompagnato da un’autodichiarazione del proprio domicilio resa dallo stesso calciatore.

Per la Liberi Nantes questa iniziativa è stata una naturale conseguenza dei dieci campionati fuori classifica, che hanno permesso ai Nantes di non escludere nessuno dal gioco per motivi burocratici ma che, tuttavia, hanno impedito loro di vedere riconosciuti le vittorie e l’impegno dei ragazzi.

Come la Liberi Nantes, tante realtà di sport inclusivo si interfacciano con le stesse difficoltà e inibizioni.

L’azione portata avanti da Liberi Nantes, UISP, UNHCR e ASGI, seppure rappresenti una grandissima vittoria, è solo un primo passo per vedere riconosciuti con forza i valori dell’uguaglianza e dell’inclusione in ambito sportivo e perchè lo sport si affermi realmente come veicolo di tali valori.

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